GEMME | ARCHITETTURE DANZATE COME POSSIBILI SGUARDI AL MONDO

26 Maggio ore 18.00

“ARCHITETTURE DANZATE COME POSSIBILI SGUARDI AL MONDO”, La Caffetteria della Danza

La rassegna Gemme, si concluderà con La Caffetteria della Danza venerdì 26 maggio 2023 alle ore 18 con: “Architetture Danzate Come Possibili Sguardi Al Mondo”. Conferenze dimostrative e laboratori performativi a cura di Claudia Monticone aspettano il pubblico sul palco e nel porticato del teatro.

Per scoprire di che cosa si tratta e come “Architetture Danzate Come Possibili Sguardi Al Mondo” approda a Gemme, continua a leggere questo articolo!

COME NASCE “ARCHITETTURE DANZATE COME POSSIBILI SGUARDI AL MONDO” E COME APPRODA A GEMME?

Il lavoro su cui la Caffetteria della Danza ha deciso di incentrare il percorso di quest’anno è  l’interazione del corpo con lo spazio. Si tratta di un processo di ricerca, scoperta e creazione dello spazio per prendere coscienza del movimento e dei luoghi che  questo può raggiungere. 

I singoli corpi, tramite la danza, possono essere elementi architettonici dalle forme consapevolmente scelte.

STUDI COREOLOGICI E NASCITA DEL TALENTO: COME POSSONO ESSERE COLLEGATE LE DUE COSE?

La nostra speranza è quella di dare agli allievi strumenti analitici per osservare il mondo. Rendere i loro occhi, telescopi da utilizzare per vedere oltre le apparenze e sempre alla ricerca dei dettagli apparentemente più scontati o banali. 
Il talento è inteso in modo diverso da ognuno e il nostro obiettivo è quello di mettere in luce le potenzialità di ogni bambino o ragazzo facendo emergere i suoi punti di forza attraverso una presa di coscienza di sé raggiungibile, appunto, tramite la ricerca e la sperimentazione.

 QUAL È LO SGUARDO PIÙ FERTILE VERSO IL MONDO?

Le allieve sono molto giovani e sono un terreno fertile su qualunque argomento venga proposto. Il mio ruolo è quello di dar loro, chiavi di lettura per guardare diversamente le cose e aiutarle a non accontentarsi dei risultati delle loro ricerche, ma andare ancora più in profondità. 

Si tratta di un lavoro di squadra: i ruoli sono circolari. Non è un rapporto insegnante-allievo, ma una ricerca condivisa di cui si sa il punto di inizio, ma non la fine. E’ necessario essere in totale ascolto, altrimenti si corre il rischio di non comprendere cosa i giovani vogliano dire e non essere dunque d’aiuto.

IN QUALE MODO CONDIVIDI LE IDEE CREATIVE E COSTRUISCI IL PERCORSO ARTISTICO CON IL GIOVANE GRUPPO DI LAVORO?

L’interazione del corpo con lo spazio  e l’intero percorso che abbiamo costruito nascono dalla volontà di condividere lo “sguardo del possibile”. Nel nostro piccolo, cerchiamo di dare accesso ad una comprensione che vada verso le multi possibilità. La danza è il mezzo per mettere i bambini in una condizione di scoperta. Guardare oltre fa capire che ci sono infinite combinazioni possibili. 

QUANTO SPAZIO C’È PER LA LORO LIBERA ESPRESSIONE?

Il cento per cento. Non c’è un solo movimento non sia creato da loro. La credibilità deriva dalla possibilità di portare sul palco il risultato della propria ricerca. Trovare il proprio posto e la propria dimensione sul palco.